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Delineare un percorso all’interno della carriera di Franco Battiato vuol dire non analizzarne solo l’opera musicale, ma soprattutto l’evoluzione filosofica che è sempre stata alla base di ogni sua produzione artistica. Per questo proponiamo, in quest’articolo, una divisione in tre momenti fondamentali: il periodo ‘giovanile’, dal 1964 al 1975, cioè dagli anni del trasferimento a Milano, con la scoperta della musica sperimentale; una seconda fase di studio dell’Oriente mistico-esoterico attraverso la mediazione di Georges Ivanovič…

La guerra dei cafoni, film tratto dal bel libro di Carlo D’Amicis (Roma, Minimum fax), è il secondo film vero e proprio di Davide Barletti e Lorenzo Conte. Ne parliamo brevemente su Pens perché il film è, diciamo così, di area jonico-salentina, essendo girato in diversi luoghi marittimi delle province di Lecce e di Taranto, e anche per altri motivi, che hanno a fare con il cosiddetto make of, il dietro le quinte.

"Altri libertini" fra new wave e postmodernismo

Scritto da - Sabato, 27 Maggio 2017 10:50
Con quest'articolo concludiamo il ciclo dedicato alla figura di Pier Vittorio Tondelli, scrittore-cardine di quella "letteratura emotiva" che ha segnato la generazione postmoderna. Gli scritti di Tondelli - da "Altri libertini" a "Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni '80" - respirano allo stesso ritmo della musica rock e new wave degli anni '70 e '80, divenendo così uno status culturale e sociale della generazione figlia della "mutazione antropologica" di cui parlava Pasolini. Raggiunta la maturità…

Con il 1980, con la strage di agosto alla stazione, la città di Bologna raggiunge un punto di non ritorno; Roberto Roversi partecipa al cordoglio, esorta alla resistenza, usa il mezzo mediatico da lui meglio conosciuto: la parola scritta. Pubblica articoli e poesie a soggetto, poi, insieme ai suoi compagni, va avanti nel progetto eso-editoriale che sperimenta la prassi, già collaudata, di un impegno civile mediato dalla poesia. Un’esperienza redazionale direttamente legata a questo umore…

Giunto al suo trentunesimo anno di età, Pier Vittorio Tondelli avverte l’esigenza di rimettersi in viaggio, di “cambiare posto […], cambiare gente”, questa volta per congedarsi dal suo passato e per “scoprire la realtà non più in rapporto agli altri in senso generazionale, ma all’altro come soggetto singolo”. Complice soprattutto l’incontro con Il trentesimo anno di Ingeborg Bachmann, lo scrittore di Correggio dà alle stampe Biglietti agli amici (1986), un “libro artigianale, curato, prezioso”, costituito…

Se nella realtà Calvino è schiacciato dalle difficoltà che derivano dallo smaltimento dei veri rifiuti, e dunque è affranto dalla complicatezza della conoscenza del reale, il Calvino scrittore riesce, tramite appunto la scrittura, a mettere in ordine, «svolgere» il discorso che, nonostante tutto, gli appare ancora ingovernabile [...] il metodo di Calvino, quindi, sembra incrinarsi sempre di più nel corso degli anni, man mano che ci si avvicina al nodo finale di Palomar, in cui…

Dopo l'articolo su Ingeborg Bachmann e Antonio Spadaro, continuiamo con la serie di interventi legati alla figura di Pier Vittorio Tondelli. Dopo aver conseguito la maturità classica, Tondelli s’iscrive al DAMS di Bologna, coltivando, parallelamente agli studi, l’interesse per diverse attività culturali: frequenta cineclub, lavora brevemente in una cooperativa teatrale e per alcuni programmi di una radio libera; sempre nel capoluogo emiliano, entrerà in contatto con una “ventenne fauna, estroversa e creativa”, annoverando tra le…

È il tempo dell’attesa, e all’attraversamento dell’attesa è dedicato un saggio del gesuita Antonio Spadaro: quell’attesa si lega ai temi dell’abbandono e della separazione dall’amato nella narrativa di Pier Vittorio Tondelli. Nella sua ostinata ricerca di una «letteratura come esperienza», della scrittura e della lettura come atti di «decifrazione della realtà», Spadaro sbroglia a modo suo la fenomenologia tondelliana, concentrandosi su quell’«attraversamento dell’addio» che è il perno del romanzo Camere Separate.

Il fondo «Antonio L. Verri» di Cursi rappresenta un consistente serbatoio di informazioni e spunti critici; ed è un valido oggetto di studio per chi voglia approfondire o costruire un progetto organico di ricerca sugli autori e/o sulle tendenze artistico-letterarie del Novecento salentino ed europeo.

In uno scritto del 1964 Pasolini dipinge Roberto Roversi, amico ed ex compagno di scuola al Liceo Galvani di Bologna, nelle vesti di «un monaco pazzo, che cerca una clausura nella/clausura, per rifare di nuovo il cammino già fatto». È un’immagine o uno stereotipo diffuso nell’ambiente intellettuale bolognese del tempo, come diffusi accanto al nome dello scrittore erano appellativi quali ‘eremita’ e ‘poeta comunale’, a sottolineare la sua riluttanza nei confronti di riflettori e ospitate…